Àrhat Teatro

Recensioni

Dalla rivista trimestrale "Teatrodaquattrosoldi"

Fotografia: un momento dello spettacolo teatrale "Ararat". Una realtà del tutto nuova e nata da una storia del tutto particolare, si è affacciata nel panorama teatrale: si tratta del gruppo Arhat teatro di Bergamo.

Dopo aver diretto per venti anni il gruppo teatro Daidalos (gruppo professionale non a tempo pieno) e partecipato e realizzato con lo stesso numerosi progetti, manifestazioni, scambi teatrali a livello nazionale ed europeo, il regista Pierluigi Castelli affronta ora la prospettiva di un cammino professionistico entro cui sviluppare fino in fondo un bagaglio di esperienza, unico per molti aspetti.

Samuele Farina, il suo giovane allievo/attore, ha deciso di affrontare con lui il largo nella consapevolezza delle difficoltà e insidie che tale percorso può portare con sè, accanto alla possibilità di dare forma ad un sogno.

"Ararat" è la prima proposta del nuovo gruppo.

Lo spettacolo giunge come naturale e logico sviluppo e conclusione dello studio teatrale "In...Cantico" presentato per la prima volta nel luglio 2005 al festival internazionale "Mercantia" di Certaldo.

Attraverso alcuni passaggi nodali tratti dalla traduzione filologica di Erri De Luca del libro biblico Genesi/Bereshìt, esso si addentra nella storia del diluvio universale intrecciandola con il mito di Deucalione e Pirra, di Gilgamesh e il racconto di uno sciamano Pawnee.

La ricchezza dei testi di De Luca rende il tutto particolarmente denso sul piano dei significati e apre domande in merito alla distruzione del popolo eletto. Perché Iod (Dio) ha maturato una tale violenza sull’umanità da esso stesso voluta, salvo poi stringervi un patto per rassicurarla che ciò non avverrà mai più?

Pentimento e ravvedimento , o mutamento di "strategia educativa"?

La violenza devastante della natura, nelle sue manifestazioni attuali più eclatanti, continua ad essere metafora e/o segnale di una ribellione dell’Adam (la terra) nei confronti di un genere umano distratto e spesso autodistruttivo?

Quali le possibili relazioni circa il ripetersi di un medesimo evento mitico pur all’interno di contesti e situazioni spazio temporali tanto differenziate?

Queste ed altre questioni vengono aperte con "Ararat", il primo spettacolo del gruppo "Arhat Teatro" che conduce gli spettatori a vivere "direttamente" una raffica di emozioni scatenate dalla forte partitura corporea dell’attore (molto spesso esplosiva, e sempre a stretto contatto del pubblico), da musiche, suoni e canti di varia provenienza e rara intensità evocativa , da una coreografia agita all’interno di una struttura che ricostruisce una vera e propria arca entro cui gli spettatori stessi siedono.

Lo spettacolo (recentemente presentato in prima nazionale presso il Teatro Tascabile di Bergamo) si colloca all’interno di un articolato percorso/progetto artistico intrapreso dal regista Pierluigi Castelli con il suo giovane attore Samuele Farina.

La parte formativa, iniziata nel luglio 2004, è stata il cardine su cui si è aperta questa prima parentesi di rappresentazione, indispensabile per intessere nuove relazioni oltre le pareti entro cui la formazione stessa si è sviluppata e ancora continuerà.

Dal luglio 2004, a complemento prezioso delle numerose ore di trainig nel silenzio raccolto della sala, essi hanno partecipato a seminari con Eugenio Barba, Francis Pardeilhan, Simone Capula, Alessandro Gigli, Franco Ferramosca, Anatoli Lokachtchouk, a incontri di lavoro con Augusto Omolù, John KM John, Beppe Chierichetti, Daniele Carnazza, Alessandro Rigoletti e all’ Odin Week tenutosi a Cosenza.

Insieme hanno collaborato al corteo Manzoniano di Lecco realizzato dal Teatro Tascabile di Bergamo,con la regia di Renzo Vescovi, l’uno come regista di una scena, l’altro come attore (2004) e direttore di scena (2005).

Àrhat teatro è stato ospitato finora negli spazi del Teatro Tascabile di Bergamo con grande e sempre rinnovata generosità di tutti gli attori cui va la gratitudine più viva, unita al pensiero per il maestro e amico Renzo Vescovi che ha voluto aprire gli spazi del suo teatro affinchè questa esperienza potesse avverarsi.

"...La partitura testuale - è il caso di utilizzare un termine mutuato dalla musica, perché il testo viene modulato, non semplicemente recitato - fonde miti di provenienza diversa... Questo vasto materiale prende corpo nella persona dell’attore, che intreccia i testi in uno spartito fisico esplosivo, in cui momenti di pura espressione corporea si alternano a momenti di quiete..."
(Pier Giorgio Nosari – "Eco di Bergamo" – 2 aprile 2006)

Liliana Fratti, studiosa di miti e riti, ha così scritto di Ararat:
"Si può danzare un mito? I miti, narrazioni che cercano di spiegare l’origine del cosmo e il comportamento umano, hanno bisogno di una voce e di un corpo per perpetuarsi nel corso del tempo. La magistrale interpretazione di Samuele Farina, nella messa in scena di Ararat con la regia di Pierluigi Castelli, danza un mito, o meglio varie versioni mitiche, scorre storie millenarie che si accavallano, inseguendo il loro più profondo significato ed il loro mistero. Lo spettacolo si svolge in uno spazio scenico condiviso da attore e da spettatori, dove avviene una sospensione del tempo ciclico, per ritornare a una dimensione primordiale. Qui, frammenti di miti si intrecciano in una trama densa di riferimenti ai tempi del diluvio narrati nella Genesi, nell’epopea di Gilgamesh e nel racconto di uno sciamano Pawnee. Le storie trovano espressione in una gestualità arcaica, che ci riporta al rito, forma visibile del mito che finchè verrà rappresentato, sarà eterno e non avrà né inizio né fine".


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Fotografia: un momento dello spettacolo teatrale "Ararat". Fotografia: un momento dello spettacolo teatrale "Ararat". Fotografia: un momento dello spettacolo teatrale "Ararat".
Àrhat Teatro
Via Bietti, numero 44
24043 Caravaggio (Bergamo)
Telefono 3474195039
info@arhatteatro.it

Fotografie di Federico Buscarino
Via Suardi, 13
24124 Bergamo

Riprese e montaggio video:
Gigi Corsetti - Multimagine
Via Ghislandi, 51 53
24125 Bergamo