Ispirato a Genesi/Bereshìt
con
Samuele Farina
struttura scenica:
Silvia Osio
Emilio Martinelli
Consulenza scenica:
Bruno Collavo
Montaggio e regia:
Pierluigi Castelli
Lo spettacolo giunge come naturale e logico sviluppo e conclusione dello studio teatrale "In...Cantico" presentato per la prima volta nel luglio 2005 al festival internazionale "Mercantia" di Certaldo.
Attraverso alcuni passaggi nodali tratti dalla traduzione filologica di Erri De Luca del libro biblico Genesi/Bereshìt, esso si addentra nella storia del diluvio intrecciandola con il mito di Gilgamesh e il racconto di uno sciamano Pawnee.
La ricchezza dei testi di De Luca rende il tutto particolarmente denso sul piano dei significati e apre domande in merito alla distruzione del popolo eletto. Perché Iod (Dio) ha maturato una tale violenza sull’umanità da esso stesso voluta, salvo poi stringervi un patto per rassicurarla che ciò non avverrà mai più?
Pentimento e ravvedimento, o mutamento di "strategia educativa"?
Quali le possibili relazioni circa il ripetersi di un medesimo evento mitico pur all’interno di contesti e situazioni spazio temporali tanto differenziate?
Queste ed altre questioni vengono aperte con "Ararat", il primo spettacolo del gruppo "Arhat Teatro" che, con l’interpretazione di Samuele Farina e la regia di Pierluigi Castelli, conduce gli spettatori a vivere direttamente una raffica di emozioni scatenate dalla forte partitura corporea dell’attore (molto spesso esplosiva, e sempre a contatto del pubblico), da musiche, suoni e canti di varia provenienza e rara intensità evocativa , da una coreografia agita all’interno di una struttura che ricostruisce una vera e propria arca entro cui gli spettatori stessi siedono.
"...La partitura testuale - è il caso di utilizzare un termine mutuato dalla musica, perché il testo viene modulato, non semplicemente recitato - fonde miti di provenienza diversa... Questo vasto materiale prende corpo nella persona dell’attore, che intreccia i testi in uno spartito fisico esplosivo, in cui momenti di pura espressione corporea si alternano a momenti di quiete..."
(Pier Giorgio Nosari – "Eco di Bergamo" – 2 aprile 2006)
"Il mondo secondo è il rimando continuo
dell’ora di chiusura.
Non ce ne sarà un terzo"
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(Erri De Luca)