"Corpus: il sacro e il teatro"
Àrhat Teatro
ospita
Compagnia Teatro Quint&ssenza
In nome della madre
di Erri de Luca
Adattamento e regia di
Sandro Billeri
Sabato 20 ottobre 2012 ore 21,30
Presso Palazzo Masciadri
Piazza Della Civiltà Contadina
Arcene (Bergamo)
Non ci si chiede spesso cosa sia successo in quei nove mesi della gravidanza di Maria, le sacre scritture non ne parlano... proprio come non si parla più della gravidanza una volta che un bambino è nato.
Ma ogni volta i nove mesi di una gravidanza sono "un tempo di perfezione all'ombra", spesso portano con sé trasformazioni e scelte che sono un inno al coraggio, un percorso ad ostacoli sulla strada della vita su cui è difficile orientarsi con le semplici nostre capacità.
E quanto grande deve essere l'amore di un uomo, un padre, il cui contributo a quei nove mesi "è in fondo senza peso, lo sputo di un minuto", al fianco della sua donna, protagonista di un evento così misterioso ed eccezionale, per seguirla in quel legame unico e assoluto tra madre e figlio fino al distacco dal corpo attraverso la nascita?
È vero che questa è la storia di una gravidanza speciale ma - in fondo - non sono speciali, ognuna a modo suo, tutte le gravidanze?
Adattamento e Regia Sandro Billeri
Il racconto "In nome della madre", dello scrittore napoletano Erri De Luca, è la storia di un amore che tutti conosciamo ma che qui, forse per la prima volta, riscopriamo in tutta la sua umanità.
È la storia di una maternità preannunciata e inaspettata ma mai così tanto voluta. È la storia di Maria e Giuseppe e di quel figlio che non sarà mai solo loro ma che accoglieranno come un dono. È un destino nobile ed al tempo stesso incredibilmente duro quello di cui Maria, ragazza giovane ed inesperta ma dalla ineguagliabile dolcezza e forza d'animo, si ritrova suo malgrado protagonista inattesa.
La più incredibile delle meraviglie di ogni tempo si compirà attraverso di lei, un mistero che dopo più di duemila anni ancora scuote profondamente le nostre insensate pretese razionali.
La nascita di Gesù è stata scritta e detta milioni di volte.
Sentirla raccontare da Maria ha un fascino nuovo perché si fa ricca degli occhi e dei pensieri della donna e della madre, una voce a cui nessuno, nella storia, ha dato spazio.
Qui invece è lei che tramanda e spiega, lei che genera e commuove, il suo corpo che incarna un mistero e, semplicemente, lo rivela.
Credo che i libri, certi libri, arrivino nella nostra vita al momento giusto, quando si crea dentro di noi uno spazio creato appositamente per accoglierli e farli nostri, assimilarli e rielaborarli.
È così che questo piccolo romanzo, regalo di un amico a me ed alla mia compagna in un momento particolare della nostra vita in seguito alla nascita ed immediata perdita di nostro figlio, è rimasto a lungo nella libreria in attesa appunto del "momento giusto" per essere pienamente accolto e interiorizzato fino al punto di proporne un adattamento teatrale.
Ho cercato di conservare nel testo rappresentato su un palcoscenico la stessa poesia e la stessa carica emotiva che possiede sulla carta, mettendo in risalto le varie sfaccettature della personalità di un'adolescente e della sua improvvisa maturità adulta provocata dalla maternità.
Ho cercato di trasmettere allo spettatore una sensazione di confidenza e di familiarità e di ricreare un luogo intimo, al quale solo i protagonisti ed il pubblico possono accedere, per rendere il più possibile laica un'esperienza così sacra e trascendentale.
La storia infatti non è raccontata dal punto di vista strettamente religioso ma è innanzi tutto la storia di una gravidanza, con gli stati d'animo e i cambiamenti fisici ed emotivi che toccano ogni donna incinta.