Il progetto Àrhat, è uno di quei progetti teatrali che sembra impossibile possano ancora esistere in quest'epoca in cui il teatro è quasi tutto rivolto ad annulare la presenza degli attori e il lavoro teatrale. Il mondo del teatro ha la tendenza ad essere il luogo dell'apparire piuttosto di quello dell'essere.
Àrhat Teatro, ovvero Gigi e Samuele hanno deciso di intraprendere il percorso dell'essere, lunghe ore di lavoro in sala, training fisico duro e fatto bene, incontri con colleghi-maestri, fino ad arrivare alla presentazione del loro primo spettacolo, ma lo spettacolo è visto come modo per incontrare il pubblico e dialogarci. Lo spettacolo vissuto come l'essenza dell'essere teatro, dove lo spettatore viene inserito nel flusso del lavoro teatrale, quasi come se lo spettatore che è presente lì in quel momento venisse a far parte del gruppo.
Àrhat Teatro ha fatto sua la frase di Copeau e questo lo rende forte e vivo:
"Lo spirito del teatro non avrebbe né significato né avvenire se non fosse uno spirito di attesa.
Non andare troppo in fretta, datevi tempo di preparare la terra, di dissodarla e di renderla fertile e cercate di farvi attecchire qualche pianta dalla germinazione lenta e difficile, ma robusta".
Lunga vita ad Araht Teatro, buona fortuna al loro spettacolo "Ararat" e auguri a Gigi e Samuele e ai nuovi compagni di viaggio che sicuramente si uniranno a loro, per continuare nel loro sogno, non dimenticando mai l'insegnamento di Copeau.
Simone Capula
Regista teatrale - Direttore Scuola ambulante di Teatro